Ieri si è tenuto un incontro tra il direttore dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), Bruno Giordano, ed il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Andrea Orlando in cui è stata esposta la relazione annuale (2021) sull’attività dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro.
Il rapporto tra numero di ispezioni e irregolarità riscontrate evidenzia un tasso elevato: su 62.710 ispezioni definite soltanto da INL nell’anno 2021, oltre il 62% è risultato irregolare: 39.052 (numero totale nei settori terziario, edilizia, industria e agricoltura) hanno comportato l’adozione di un verbale di contestazione di illeciti. Su 84.679 ispezioni definite complessivamente da INL-INPS-INAIL, il 69% è risultato complessivamente irregolare, con un incremento in materia previdenziale (+ 17%) e assicurativa (+42%).

Le irregolarità più significative si riscontrano nell’edilizia e nel terziario dove, in particolare, si rileva un tasso di irregolarità notevole nelle attività dei servizi di alloggio e ristorazione, trasporto e magazzinaggio, ma soprattutto nei servizi a supporto delle imprese, dove gli indici di irregolarità sono riconducibili, in primo luogo, ad esternalizzazioni e interposizioni illecite.
Sono stati effettuati controlli nei confronti di 1320 cooperative di lavoro, di cui 835 sono risultate irregolari (69%) ed è stata data la massima attenzione al fenomeno del dumping contrattuale (applicazione di ccnl sottoscritti da organizzazioni sindacali prive di reale rappresentatività, così da consentire una riduzione del costo del lavoro), al fine di garantire la tutela dei crediti da lavoro dei soci lavoratori.
La presenza di lavoratori occupati “in nero” costituisce circa il 26% (15.150) dei 59.362 lavoratori irregolari tutelati da INL ed è stata rilevata nel 39% delle 39.052 ispezioni con esito irregolare.
Il quadro geografico dei controlli, escludendo la Sicilia e le province autonome di Trento e Bolzano che si avvalgono di propri Ispettorati in ragione della loro autonomia speciale. è stato pressochè omogeneo (Nord ovest 21% – Nord est 20% – Centro 29% – Sud 30%) registrando il tasso massimo di irregolarità di oltre il 70% nel Nord est, di 61% nel Nord ovest e di quasi il 60 % al Centro e al Sud. Nel rapporto tra il numero lavoratori “in nero” e quello delle ispezioni con esito irregolare, le percentuali più elevate a livello regionale sono state rilevate in Campania (60%), seguita da Toscana (52%) e Calabria (48%).

A conclusione della relazione, il presidente dell’INL ha dichiarato che “laddove si tutela la legalità del lavoro, si tutelano diritti individuali e collettivi, la legalità del mercato, la buona impresa. Con il massivo inserimento delle nuove forze ispettive e con la sinergia di tutte le istituzioni si può prevedere un più efficace contrasto al lavoro sommerso, irregolare, illegale, insicuro. Per la prima volta l’organico ispettivo rispetta ampiamente, per l’Italia, il rapporto tra numero di ispettori e imprese indicato dall’OIL e dal Parlamento Europeo.
Le ispezioni devono essere organiche e sistematiche su tutti profili del rapporto di lavoro: regolarità, sicurezza, emersione, tutele individuali e collettive. L’attività ispettiva incentrata su un’Agenzia unica produce un notevole effetto moltiplicatore, risolutivo, con un rilevante incremento quantitativo e qualitativo della tutela dello Stato sociale.
Tali prospettive possono essere perseguite soltanto con il giusto riconoscimento dell’identità professionale e del ruolo sociale svolto dal personale dell’Ispettorato, che merita anche sul piano economico e dell’inquadramento ordinamentale una più alta considerazione e rivalutazione”.

Fonte: Ispettorato Nazionale del lavoro (INL)